- Daniela Di StasoAdmin
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Cao! Sono Daniela :)
Sab Gen 16, 2021 7:07 pm
Ciao!
Mi presento.
Mi chiamo Daniela e ho 26 anni. Sono nata e cresciuta a Foggia, in pieno tavoliere delle Puglie.
Nel 1997, all'età di tre anni, comincio a studiare il pianoforte. A casa la musica era all'ordine del giorno, e così ho sviluppato da subito un discreto orecchio relativo che ha convinto i miei genitori a farmi studiare sin da piccina. A partire dall'età di 7 anni, tuttavia, comincio a scoprire una vera passione per la fantasia e l'inventare storie. Ripetevo come un mantra: "Da grande voglio fare la scrittrice!", sogno mai davvero decollato, se non per un concorso letterario andato a buon fine, terzo posto con un racconto fantasy intitolato "La città delle aquile", scritto a 18 anni.
Ma gli studi di pianoforte terminano in quarta elementare, quando la voglia di giocare prevale sullo studio dello strumento, che oramai era diventato molto impegnativo.
Così vengo presa dallo sport, mi metto a giocare a pallavolo e quello diventa il mio chiodo fisso. Tra una cosa e l'altra disegno spesso, e leggo fumetti giapponesi. Poi dai 17 anni in me qualcosa si è incrinato, ho lasciato la pallavolo e ho cominciato a fare la volontaria per l'Operazione Mato Grosso, movimento giovanile missionario per le popolazioni del Sud America.
Io da fervente agnostica accetto di collaborare con quel movimento che si definisce "aconfessionale", e milito per 2 anni. Poi capisco che l'assistenzialismo di quel genere di volontariato non mi piace, e inizio a farmi tante domande su come gira il mondo, su cosa significhi essere "povero", su cosa significhi essere un popolo, avere una propria cultura, una propria origine nel mondo...una propria radice.
Così nasce in me l'amore per l'antropologia e l'etnologia, vengo affascinata dalle campagne a favore dei popoli indigeni di Survival International, e scrivo la mia tesina di maturità sui popoli tribali e l'autodeterminazione dei popoli. Pochi giorni dopo averla consegnata scopro, finalmente, la Permacultura.
Finita la scuola decido di passare l'estate in un ecovillaggio in formazione in Garfagnana. Progetto purtroppo non più esistente.
Una amica mi porta a fare la WWOOFER per l'azienda Agricola Le Macchie, in provincia di Livorno, dove pochi mesi dopo avrei fatto il PDC in permacultura. Mentre con un ragazzo conosciuto sempre all'ecovillaggio mando avanti il progetto dei Viandanti Libertari, e due anni dopo ci trasferiamo vicino Vasto, in Abruzzo, dove conviviamo con una coppia in una casa in comodato d'uso. Lì faccio la mia prima esperienza di orto, e lavoro come operaia in un negozio di pasta all'uovo per 10 mesi. Il lavoro mi innesca tutti i sintomi di una malattia che forse mi trascinavo già da un po', la fibromialgia.
Gli anni successivi li passo tutta intenta a capirci qualcosa di come funziona, e per fortuna la diagnosi arriva abbastanza presto (la media è di 7 anni, io ci ho messo un anno solo). Dopo vari medici che mi danno della pazza e mi prescrivono psicofarmaci, incontro una reumatologa che mi prescrive dei semplici miorilassanti e mi dice di stare tranquilla: la fibromialgia è cronica e invalidante, ma non degenerativa.
Comincio subito le cure, che purtroppo non funzionano. I sintomi mi tengono in un limbo per qualche anno, fino a quando non mi decido a recuperare qualcosa di me stessa.
Suonare il pianoforte con le braccia e le mani rigide è impossibile, quindi mi metto a cantare, un po' per gioco. Con il diaframma completamente bloccato e i muscoli della schiena pieni di contratture non è affatto facile, tuttavia decido di continuare. Mi iscrivo al conservatorio per studiare canto Jazz, a Monopoli dove una amica aveva ereditato casa di sua zia: apriamo un BnB insieme, vivo a casa sua mentre gestisco le camere e gli ospiti in estate, e studio il resto del tempo, con strema fatica e molti crolli emotivi. Lì abbiamo un pezzo di terra, le parlo della permacultura, decidiamo di prendere delle galline. Con un po' di sforzo riesco anche a piantare qualcosina.
Comincio diverse terapie integrative che mi fanno stare molto meglio, e scopro il legame tra i miei sintomi e il mio intestino, e tra il mio intestino, i miei muscoli, e le mie emozioni. Comincio a praticare la bioenergetica, e decido di lasciare ogni tipo di terapia medicinale e integrativa drastica per dedicarmi alla cura del mio corpo attraverso Pratiche di Consapevolezza Corporea.
Alla morte di Gianni Lenoci, grande pianista jazz e forse unico Vero Maestro di musica al mondo, decido di mollare gli studi per una mia totale avversione al meccanicismo con cui si insegna musica al conservatorio oggi. Oggi continuo a fare quello che Gianni insegnava ma per conto mio, "ricerco il mio suono".
A quel punto decido di ritornare alla permacultura, e in pochi mesi mi capita tra le mani la bella opportunità di studiare il manuale insieme al Cerc"hi"o.
Sono successe altre cose nel frattempo, ho ripreso a disegnare, ho in mente di scrivere un blog, e tanto altro ma ho già raccontato abbastanza Un abbraccione e andiamo avantiiiiii!!!!
Mi presento.
Mi chiamo Daniela e ho 26 anni. Sono nata e cresciuta a Foggia, in pieno tavoliere delle Puglie.
Nel 1997, all'età di tre anni, comincio a studiare il pianoforte. A casa la musica era all'ordine del giorno, e così ho sviluppato da subito un discreto orecchio relativo che ha convinto i miei genitori a farmi studiare sin da piccina. A partire dall'età di 7 anni, tuttavia, comincio a scoprire una vera passione per la fantasia e l'inventare storie. Ripetevo come un mantra: "Da grande voglio fare la scrittrice!", sogno mai davvero decollato, se non per un concorso letterario andato a buon fine, terzo posto con un racconto fantasy intitolato "La città delle aquile", scritto a 18 anni.
Ma gli studi di pianoforte terminano in quarta elementare, quando la voglia di giocare prevale sullo studio dello strumento, che oramai era diventato molto impegnativo.
Così vengo presa dallo sport, mi metto a giocare a pallavolo e quello diventa il mio chiodo fisso. Tra una cosa e l'altra disegno spesso, e leggo fumetti giapponesi. Poi dai 17 anni in me qualcosa si è incrinato, ho lasciato la pallavolo e ho cominciato a fare la volontaria per l'Operazione Mato Grosso, movimento giovanile missionario per le popolazioni del Sud America.
Io da fervente agnostica accetto di collaborare con quel movimento che si definisce "aconfessionale", e milito per 2 anni. Poi capisco che l'assistenzialismo di quel genere di volontariato non mi piace, e inizio a farmi tante domande su come gira il mondo, su cosa significhi essere "povero", su cosa significhi essere un popolo, avere una propria cultura, una propria origine nel mondo...una propria radice.
Così nasce in me l'amore per l'antropologia e l'etnologia, vengo affascinata dalle campagne a favore dei popoli indigeni di Survival International, e scrivo la mia tesina di maturità sui popoli tribali e l'autodeterminazione dei popoli. Pochi giorni dopo averla consegnata scopro, finalmente, la Permacultura.
Finita la scuola decido di passare l'estate in un ecovillaggio in formazione in Garfagnana. Progetto purtroppo non più esistente.
Una amica mi porta a fare la WWOOFER per l'azienda Agricola Le Macchie, in provincia di Livorno, dove pochi mesi dopo avrei fatto il PDC in permacultura. Mentre con un ragazzo conosciuto sempre all'ecovillaggio mando avanti il progetto dei Viandanti Libertari, e due anni dopo ci trasferiamo vicino Vasto, in Abruzzo, dove conviviamo con una coppia in una casa in comodato d'uso. Lì faccio la mia prima esperienza di orto, e lavoro come operaia in un negozio di pasta all'uovo per 10 mesi. Il lavoro mi innesca tutti i sintomi di una malattia che forse mi trascinavo già da un po', la fibromialgia.
Gli anni successivi li passo tutta intenta a capirci qualcosa di come funziona, e per fortuna la diagnosi arriva abbastanza presto (la media è di 7 anni, io ci ho messo un anno solo). Dopo vari medici che mi danno della pazza e mi prescrivono psicofarmaci, incontro una reumatologa che mi prescrive dei semplici miorilassanti e mi dice di stare tranquilla: la fibromialgia è cronica e invalidante, ma non degenerativa.
Comincio subito le cure, che purtroppo non funzionano. I sintomi mi tengono in un limbo per qualche anno, fino a quando non mi decido a recuperare qualcosa di me stessa.
Suonare il pianoforte con le braccia e le mani rigide è impossibile, quindi mi metto a cantare, un po' per gioco. Con il diaframma completamente bloccato e i muscoli della schiena pieni di contratture non è affatto facile, tuttavia decido di continuare. Mi iscrivo al conservatorio per studiare canto Jazz, a Monopoli dove una amica aveva ereditato casa di sua zia: apriamo un BnB insieme, vivo a casa sua mentre gestisco le camere e gli ospiti in estate, e studio il resto del tempo, con strema fatica e molti crolli emotivi. Lì abbiamo un pezzo di terra, le parlo della permacultura, decidiamo di prendere delle galline. Con un po' di sforzo riesco anche a piantare qualcosina.
Comincio diverse terapie integrative che mi fanno stare molto meglio, e scopro il legame tra i miei sintomi e il mio intestino, e tra il mio intestino, i miei muscoli, e le mie emozioni. Comincio a praticare la bioenergetica, e decido di lasciare ogni tipo di terapia medicinale e integrativa drastica per dedicarmi alla cura del mio corpo attraverso Pratiche di Consapevolezza Corporea.
Alla morte di Gianni Lenoci, grande pianista jazz e forse unico Vero Maestro di musica al mondo, decido di mollare gli studi per una mia totale avversione al meccanicismo con cui si insegna musica al conservatorio oggi. Oggi continuo a fare quello che Gianni insegnava ma per conto mio, "ricerco il mio suono".
A quel punto decido di ritornare alla permacultura, e in pochi mesi mi capita tra le mani la bella opportunità di studiare il manuale insieme al Cerc"hi"o.
Sono successe altre cose nel frattempo, ho ripreso a disegnare, ho in mente di scrivere un blog, e tanto altro ma ho già raccontato abbastanza Un abbraccione e andiamo avantiiiiii!!!!
A Lorenzo Costa, Michela, Marcus Gunnarson, Paola Migliore, Charlindaz e Isa mac piace questo messaggio.
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